Le attivazioni Reiki

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Per attivare una persona al reiki l’insegnante ripristina la connessione, tra l’energia individuale dell’allievo e l’energia equilibrata dell’universo, attraverso le cosiddette armonizzazioni.
Per quanto alcune scuole cerchino di mantenere un alone di mistero sul “rito” eseguito dal master reiki, in realtà, di misterioso c’è molto poco.

Spesso si cerca di dare troppa importanza all’atto in sè mentre ciò che conta davvero sono l’energia, l’integrità e l’atteggiamento mentale dell’insegnante. Alcuni creano un ambiente con un atmosfera di penombra, chiedendo ai propri allievi di tenere gli occhi chiusi durante le attivazioni…come se guardando, potessero carpire chissà quale segreto!
Non sono i gesti del master reiki che rendono più o meno valida un attivazione, ma la sua intenzione, la sua consapevolezza e il suo equilibrio energetico.

Come funziona l’attivazione?
Il  Dott. James L. Oschman ipotizza che, durante le attivazioni reiki, una, o più frequenze possano essere trasferite da insegnante ad allievo attraverso il campo energetico. In pratica è come se il reiki master si preparasse mentalmente, al passaggio di informazioni, utilizzando il “rito dell’attivazione”, e che il passaggio possa avvenire attraverso il campo energetico, da un campo energetico individuale all’altro.
La memorizzazione di tali informazioni, probabilmente è simile a quello in omeopatia, in cui la firma elettromagnetica di una sostanza viene trasferita all’acqua. L’acqua contenuta nel corpo umano è come una vera e propria antenna per i campi presenti nell’ambiente, captando le frequenze e ricordandole, così come ricorda il rimedio omeopatico.

L’ipotesi diventa ancor più interessante se pensiamo che il corpo umano – così come il nostro pianeta – è costituito dal 70% di acqua, e che gli esperimenti dello scienziato giapponese Masaru Emoto, hanno dimostrato come l’acqua reagisca alle più svariate sollecitazioni.
Congelando l’acqua dopo averla esposta a diverse influenze energetiche – positive e negative – utilizzando la musica, la parola scritta e quella parlata, si è potuto vedere che i cristalli ghiacciati avevano forme diverse a seconda delle vibrazioni energetiche ricevute. Le acque sottoposte a complimenti, trattamenti energetici e musica melodica, mostravano cristalli di forma armonica a simmetrica, mentre quelle sottoposte a insulti – sia scritti sia parlati -, emozioni negative e musica particolarmente “acida”, mostravano cristalli disarmonici, malformati e sgradevoli alla vista.
Per chi si stesse chiedendo come la parola scritta possa influenzare un bicchiere d’acqua, è stato rilevato che le parole scritte hanno un loro campo magnetico – ed emettono quindi vibrazioni – in quanto, durante la scrittura, le parole sono state pensate, e il pensiero genera l’energia relativa a ciò che si sta scrivendo.

Ripensate al 70% di acqua di cui siamo composti, e a come il pensiero – positivo e negativo – possa influenzarla e istruirla energeticamente, e a come le cellule del nostro corpo possano mantenere in memoria tale energia…probabilmente siamo davvero ciò che pensiamo!

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