Carrube, ottime per la salute e per ricette all’insegna della tradizione

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Forse qualcuno non sa neppure cosa sia questo strano frutto, eppure fa parte della tradizione contadina italiana perché come per i piselli o per il frumento, dai suoi frutti si traeva la farina, una volta secchi i suoi frutti si mangiavano come caramelle, dato il sapore dolciastro e rappresentava anche un pasto per gli animali. Parliamo delle carrube.

Il carrubo è una pianta che appartiene alla stessa famiglia dei piselli e di altri legumi (Fabaceae). E’ coltivato per la produzione di un’alternativa alla polvere di cacao ed è una pianta molto cara ai nostri avi che la impiegavano per la produzione di farine destinate a tante ricette. Il carrubo è originario della zona Mediterranea e si può coltivare facilmente nella nostra zona. Anche se l’impiego della carruba in cucina sembra essere ormai dimenticato in Italia, stando alla FAO (Food & Agricolture Organisation delle Nazioni Unite) siamo tra i maggiori produttori di carruba: nel mondo siamo secondi solo alla Spagna con una produzione annua di quasi 31 mila tonnellate di carrube.

Farina di carruba

La farina di carruba è ricca di calcio e ferro ed è povera di grassi. Consumata fin dai dal tempo dei greci, ha un sapore particolarmente dolce grazie al quale può essere impiegata per la preparazione di dolci e biscotti. In cucina, si unisce bene alle ricette a base di cacao. Per sperimentare, potete provare a sostituire il 60% della farina impiegata per la preparazione dei vostri classici biscotti, con farina di carruba.

Mentre il cacao contiene teobromina ed è controindicato a chi soffre di ipertensione arteriosa, la farina di carruba non lo è! In cucina, la farina di carruba si pone tra le valide alternative alla farina bianca nella preparazione di biscotti, torte e altri dolci.

Tra le ricette più interessanti segnaliamo gli amaretti alla carruba che uniscono il sapore delle mandorle a quello della faina di carruba.

Carruba in cucina, come si mangia

La parte consumata dagli esseri umani è il baccello secco o, in alcune culture, arrostito; della carruba si consumano anche i semi, ma solo in forma di sfarinato (farina di carruba). Nell’industria alimentare non mancano creme spalmabili a base di nocciole e carrube che si pongono come alternativa naturale alla più popolare Nutella.

Sempre nell’industria alimentare, le carrube vengono sfruttate per la produzione di un addensante prodotto a partire dal seme di carruba contenuto dallo stesso baccello. Il seme della carruba è ricco di galattomannani, preziosi per la produzione di addensanti, stabilizzanti, gelificante e la sostituzione del glutine in prodotti per celiaci.

In Grecia, la carruba è usata come dolcificante naturale ed è considerata una fonte naturale di calcio. In realtà non è la carruba a essere usata come dolcificante ma uno sciroppo realizzato a partire da carrube e arance. Lo sciroppo di carruba è molto popolare nell’isola di Cirpo e di Creta.

L’oro nero di Cipro (Gulepp ta-Harrub) altro non è che un liquido a base di carrube e, oltre a rivestire un ruolo alimentare, è considerato un rimedio naturale grazie alle sue proprietà curative.

La carruba riveste un ruolo importante in diverse culture enogastronomiche.

  • Sull’Isola di Malta, con le carrube si prepara un dolce tradizionale da consumare durante la Quaresima e il Venerdì Santo.
  • Le carrube sono tradizionalmente servite durante la celebrazione ebraica del Tu BiShvat. 
  • Bevande e succhi di carruba sono tradizionalmente serviti ai popoli islamici durante il mese del Ramadan.