Patate verdi, ecco perché è meglio non mangiarle

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Ricche di potassio, carboidrati e vitamina C, le patate sono uno dei migliori ortaggi da consumare a tavola, proprio perché sono delle valide alleate contro diversi tipi di mali, come il diabete, le malattie della pelle o le più comuni infiammazioni. Tuttavia, ciò che in pochi sanno è che vi sono alcuni casi in cui mangiare patate potrebbe rivelarsi potenzialmente tossico e dannoso per la propria salute. Già, avete letto bene. Ma nel dettaglio, quando e perché le patate non andrebbero mai mangiate? Procediamo con ordine e vediamo quali sono i casi in cui sarebbe opportuno evitare il consumo di questo comunissimo tubero. 

Come suggerisce il sito greenme.it, “l’Istituto federale tedesco per la valutazione del rischio (BfR) ha riesaminato in uno studio il pericolo associato all’ingestione dei cosiddetti glicoalcaloidi, in particolare della solanina che si forma nelle patate quando sono verdi e ricche di germogli (ma anche nel momento in cui si fanno vecchie, rugose e spugnose significa che la solanina al loro interno è aumentata)”. Dunque, è importante sapere che se assunta in eccesso, la solanina può provocare diversi fastidi come: nausea, vomito, irritazioni e (in alcuni casi) anche febbre. Inoltre, in rari e gravi casi, possono verificarsi anche sintomi più drastici, come la perdita di conoscenza, alterazioni della funzioni cerebrali, respiratorie e cardiache. 

Quindi, sempre stando a quanto riporta il BfR, la solanina contenuta nelle patate non dovrebbe superare i 100 mg/ kg e ai fini di mantenere l’assunzione di tali sostanze più bassa possibile, sempre lo stesso BfR ha stilato una sorta di elenco di raccomandazioni  relative alla conservazione e alla preparazione delle patate. Come riporta il sito ilgiornale.it in merito a cosa fare per evitare che si possa incorrere in questo tipo di problema, le patate, quindi, “vanno conservate al buio in un luogo fresco e asciutto; per cucinarle, le parti verdi e i germogli vanno rimossi. Ma non solo, non bisogna consumare piatti a base di patate con un gusto amaro e si consiglia di non utilizzare per più di una volta l’olio con cui sono state fritte le patate”. 

Dunque, nel caso in cui non si rispettano queste regole basilari, si potrebbero quindi verificare i sintomi precedentemente descritti. Inoltre, l’ingestione eccessiva di solanina provoca raramente la morte, ma potrebbe comunque causare delle emorragie interne, specie alla retina degli occhi. In fine, è importante sapere che i sintomi, di norma, insorgono tra le otto e le dodici ore dopo l’ingestione di solanina ma, nei casi di ingestione di dosi maggiori, anche dopo soli 30 minuti.