
Nonostante sia un problema noto da decenni, la dispersione energetica delle abitazioni continua a essere una delle grandi rimosse del patrimonio edilizio europeo, Italia compresa. È in questo scenario che Alpen High Performance Products ha attirato l’attenzione presentando una finestra a triplo vetro più sottile e più leggera rispetto agli standard attuali. Non una rivoluzione totale, ma una proposta che ha fatto discutere perché intercetta una debolezza cronica delle nostre case: finestre che lasciano uscire calore come se fossero una fessura sempre aperta. I dati lo confermano da tempo: gran parte degli edifici è nata quando l’efficienza energetica non era nemmeno una priorità.
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Una finestra non è solo un dettaglio architettonico
Dietro al progetto c’è una collaborazione con il Lawrence Berkeley National Laboratory, uno dei centri di ricerca più autorevoli sul fronte dell’energia. Le finestre non sono un semplice complemento estetico, da cambiare solo quando diventano obsolete o si rompono. Sono uno dei punti chiave attraverso cui una casa disperde calore, consuma energia e influisce sul comfort quotidiano. Il primo aspetto che colpisce è lo spessore ridotto del vetro, paragonabile per concezione a quello utilizzato nei dispositivi elettronici, ma integrato in una struttura a tre strati. Questo consente di alleggerire la finestra nel suo complesso e, soprattutto, di installarla senza dover sostituire l’intero telaio. Un dettaglio tutt’altro che secondario in contesti come quelli italiani, dove intervenire su infissi e facciate può trasformarsi in un percorso a ostacoli fatto di permessi, assemblee condominiali e costi aggiuntivi.

Isolamento e resistenza
Secondo Alpen, la finestra a triplo vetro riduce in modo significativo lo scambio termico con l’esterno. Una promessa interessante, che però dovrà essere valutata nel tempo e nelle condizioni reali delle abitazioni, dove umidità, spifferi e qualità dell’installazione fanno spesso la differenza. C’è poi un aspetto che incuriosisce i tecnici: la resistenza. Paradossalmente, un vetro più sottile può risultare più robusto di uno spesso, grazie alle tensioni controllate generate durante la produzione. Un tema che sfida l’idea intuitiva secondo cui “più spesso” significhi automaticamente “più solido”. Il contesto in cui arriva questa proposta è chiaro a tutti: riscaldare casa costa sempre di più e continuerà a pesare sui bilanci familiari. Un infisso più leggero, compatibile con telai esistenti e potenzialmente più isolante diventa quindi interessante non perché risolva tutto, ma perché abbassa la soglia di accesso agli interventi di efficientamento.


