L’ambientalismo di Robert Redford: tutte le sue battaglie e i suoi meriti

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Robert Redford
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Sulle montagne dello Utah, tra canyon di rocce rosse e foreste di pini, Robert Redford – icona di Hollywood scomparsa il 16 settembre 2025 a 89 anni – decise di costruire la sua casa. Negli anni Sessanta acquistò progressivamente i terreni circostanti, trasformandoli in un grande ranch alimentato da pannelli solari, con raccolta dell’acqua piovana, agricoltura sostenibile e compostaggio domestico. Un rifugio che divenne per lui un laboratorio di vita e un esempio concreto di rispetto per l’ambiente. Proprio in quel luogo Redford fondò nel 1981 il Sundance Institute, con l’obiettivo di sostenere il cinema indipendente e offrire spazio a giovani registi. Da quell’esperienza nacque il celebre Sundance Film Festival, volutamente “senza red carpet” e lontano dai grandi circuiti commerciali di Hollywood. Nello stesso anno, l’attore produsse anche The Solar Film, cortometraggio candidato all’Oscar, dedicato ai benefici dell’energia solare rispetto ai combustibili fossili.
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Il Redford Center e i documentari sul clima

Nel 2005 Robert Redford fondò con il figlio James il Redford Center, organizzazione non profit che finanzia documentari ambientali. L’obiettivo era chiaro: trasformare dati scientifici e rapporti sul clima in storie accessibili e coinvolgenti, capaci di sensibilizzare il grande pubblico. Grazie a questo impegno sono stati realizzati film e documentari che raccontano la crisi climatica, le difficoltà delle comunità locali e i rischi delle trivellazioni. L’impegno di Redford per l’ambiente cominciò negli anni Settanta, con battaglie contro centrali a carbone, miniere e nuove autostrade. Dal 1975 entrò a far parte del Natural Resources Defense Council, di cui rimase membro per cinquant’anni. La sua notorietà lo portò nel 2015 all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, dove lanciò un appello diretto ai leader mondiali: “Il tempo del negazionismo climatico è finito. Agiamo adesso per cambiare il corso della storia”. Poche settimane dopo, arrivarono gli Accordi di Parigi (COP21), sostenuti dall’amministrazione Obama e visti da Redford come una conquista storica.

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Le critiche all’amministrazione Trump

Due anni dopo, nel 2017, Donald Trump annunciò il ritiro degli Stati Uniti dagli Accordi di Parigi. Robert Redford rispose con un editoriale su Time, accusando la Casa Bianca di mancanza di leadership: “Economia e ambiente non sono in conflitto. Ignorare il cambiamento climatico mette a rischio entrambi”. Robert Redford è stato molto più di una leggenda del cinema, è stato un pioniere dell’attivismo ecologico. Come ha dichiarato Manish Bapna, presidente del NRDC: “Il movimento ecologista ha perso un gigante. Nessuno ha fatto più di lui per portare alla luce le questioni ambientali”.