Nitrato inorganico per combattere steatosi e fegato grasso

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Nitrato inorganico per combattere steatosi e fegato grasso

Una problematica che si sta sempre più diffondendo anche in Italia, nonostante la dieta mediterranea: quella del fegato grasso, non dovuto a problemi di alcolismo; ne sono colpiti 4 adulti su 10. Si tratta di una patologia che, se presa in tempo e ad uno stadio iniziale, può essere curata anche solo attraverso l’alimentazione.
Diversamente, più viene trascurata, più la situazione può peggiorare, e arrivare a conseguenze anche gravi.

In genere si tratta di una patologia asintomatica e quando si manifestano i primi sintomi concreti, il quadro generale potrebbe già essere serio.

steatosi epatica, fegato grasso

Una ricerca del “Karolinska Insitutet” in Svezia ha dimostrato come il nitrato inorganico, contenuto naturalmente nelle verdure a foglie verdi, riduce l’accumulo di grasso nel fegato.

Il team, guidato dal professor Mattias Carlström, ha aggiunto del nitrato inorganico a una dieta ricca di grassi e zuccheri, come quella che porta ad avere il fegato grasso. L’introduzione del nitrato inorganico ha fatto abbassare significativamente la proporzione di grasso nel fegato, abbassando anche la pressione sanguigna e migliorando la sensibilità all’insulina.

Altri studi precedenti avevano dimostrato che aggiungere ogni giorno alla propria dieta del nitrato inorganico migliora il metabolismo cellulare.

Per comprendere ora i motivi per cui il nitrato risulti così importante per la prevenzione del fegato grasso sarà necessario effettuare ulteriori studi ed esperimenti clinici.

Intanto, accertato che assumere nitrato inorganico permette di migliorare la salute del fegato, sarebbe però opportuno, e sicuramente non nocivo, consumare alimenti che ne contengano.

barbabietola rossa e nitrato inorganico

Verdure che contengono più nitrato inorganico

Il nitrato inorganico è presente in alte percentuali in alcune particolari verdure a foglia verde, come: spinaci, sedano, lattuga, rucola e barbabietola.
Secondo lo studio svedese, per ottenere l’effetto protettivo, è sufficiente consumarne 200 grammi al giorno.