Dolore al seno, un sintomo diffusissimo che spaventa le donne. Quando preoccuparsi

0
3409

Hai avvertito all’improvviso un dolore pungente al seno? All’inizio avvertivi giusto un fastidio ma poi, con il passare dei giorni, la situazione non migliora e sei andata nel panico? È comprensibile, il seno è una delle parti del corpo più “delicata” per una donna ed è ovvio che, quando fa male, si pensi subito al peggio. Ma meglio darsi una tranquillizzata. Perché non si tratta necessariamente di un tumore. Anzi, solo una volta su 20 il dolore al seno sta a indicare la presenza di un tumore; negli altri casi – la maggioranza – si tratta di dolore fisiologico, legato a variazioni ormonali o a problematiche banali a carico del seno.

In una donna in età fertile, il dolore al seno è legato molto spesso alle variazioni ormonali. Gli ormoni, infatti, fluttuando, dilatano i vasi sanguigni e le ghiandole e queste dilatazioni provocano dolore. Avete mai fatto caso a quel senso di tensione al seno che avvertiamo qualche giorno prima dell’arrivo del ciclo? Ecco. Spesso, poi, il dolore al seno è accompagnato dal dolore all’ascella. E questo spaventa. Perché noi donne lo sappiamo: seno e ascella sono collegati e un dolore all’ascella può anche essere un sintomo pericoloso. Continua a leggere dopo la foto


Cosa fare? Per attenuare il dolore si può indossare – anche quando si dorme – un reggiseno di quelli sportivi.
A volte il dolore al seno può essere provocato dalla presenza di cisti, piccole sacche che contengono liquido e che si gonfiano, sempre in relazioni alle variazioni ormonali. Le cisti sono del tutto benigne e – una volta appurato che di queste si tratti – si può stare tranquille.

Altre volte il dolore al seno può essere provocato dagli anticoncezionali, ma anche da alcuni farmaci, per esempio i diuretici. Anche la mastite è spesso causa di dolore al seno: si tratta di un’infiammazione della mammella (a causa dell’ostruzione di un dotto) che colpisce prevalentemente le donne che allattano. In questo caso, oltre al dolore, si presentano anche gonfiore e rossore della zona. A volte, invece, la causa può essere un’infezione batterica. In questo caso spesso si è in presenza di un ascesso. Continua a leggere dopo la foto

Quando il problema è l’ascesso, all’interno del seno si accumula pus che rende la zona gonfia e dolorante, anche i linfonodi si ingrossano e può sopraggiungere anche la febbre. Meglio, in questo caso, consultare il medico di famiglia che potrà prescrivere un antibiotico. Ovviamente il seno può fare male anche se la zona ha subito un trauma.

Se c’è stato un danno, uno stiramento, uno strappo ai muscoli, ai legamenti o agli altri tessuti del petto, è possibile che il dolore possa essere avvertito anche al seno. Quando può succedere? Per esempio in caso di lesioni a collo o spalle, ma anche a seguito di uno stiramento di uno dei muscoli del torace o di costocondrite. Di che si tratta? Dell’infiammazione del punto di congiunzione delle ossa alla cassa toracica. Continua a leggere dopo la foto

Sebbene in una minoranza di casi, il dolore al seno può anche essere la spia di un tumore. In questo caso, però, sono da tenere sotto controllo eventuali altri sintomi che compaiono più di frequente in questo tipo tumore. Per esempio meglio approfondire il dolore al seno se è accompagnato dalla presenza di un nodulo palpabile (o visibile) sul seno. Altri sintomi importanti da non sottovalutare sono: cambiamento nella forma o nella dimensione di uno o di entrambi i seni, perdite (ematiche e non) da un solo capezzolo; retrazione del capezzolo o arrossamento dell’area intorno a esso.

Anche eritemi, cambiamento nel colore della pelle del seno, pelle a buccia d’arancia, fossette sono segni importanti da segnalare al medico quanto prima. Per arrivare alla diagnosi non basta la visita: è necessario sottoporsi a mammografia e ecografia mammaria. La scelta di quale delle due metodiche dipende da una serie di fattori (per esempio l’età della donna) ma il più delle volte vengono eseguite entrambe.

Linfonodi ingrossati, perché succede? Tutti i sintomi da non sottovalutare