Vitamina K: benefici, proprietà e in quali cibi si trova

0
8190
vitamina K proprietà

Cos’è la vitamina K e a cosa serve

Della vitamina K si sente sempre parlare molto poco, ma è fondamentale e merita la nostra considerazione e attenzione.

La vitamina K1 è la forma naturale della vitamina K e l’uomo può assumerla attraverso il cibo, mangiando molte verdure (si trova infatti nelle piante).

La vitamina K è assolutamente fondamentale per la coagulazione del sangue, in quanto fornisce al fegato le sostanze necessarie per produrre i fattori coagulanti.

La vitamina K andrebbe assunta quotidianamente nella misura di 1 µg per Kg di peso corporeo, una quantità che una normale dieta equilibrata e bilanciata dovrebbe assicurare.

Vediamo adesso quali patologie possono scaturire da una carenza di vitamina K.

Patologie da carenza di Vitamina K

vitamina k benefici

Come abbiamo visto nel paragrafo precedente, la Vitamina K è fondamentale per alcune funzionalità molto importanti del nostro organismo, e una sua carenza può verificarsi in casi di malnutrizione cronica e condizioni che limitano l’assorbimento intestinale dei grassi.

Anche alcuni medicinali possono provocare una riduzione dei livelli di vitamina K nel sangue, come ad esempio i farmaci che alterano la funzione epatica o distruggono la flora intestinale (per esempio gli antibiotici).

In casi di mancanza drastica di vitamina K, il pericolo è quello di un basso livello di coagulazione del sangue, ma anche una più facile predisposizione all’osteoporosi.

Vediamo allora in quali cibi possiamo trovare la massima disponibilità di vitamina K in modo da farne “il pieno” attraverso l’alimentazione quotidiana.

Vitamina K: ecco in quali alimenti si trova

vitamina k alimenti

Gli alimenti più ricchi in vitamina K sono i seguenti:

ortaggi a foglia verde (come spinaci, cavoli e broccoli, asparagi, crescione, cavolfiore, piselli), legumi, olive, carne, cereali, latte e derivati del latte, kiwi e pinoli.

In questi alimenti la vitamina K non subisce particolari modifiche dalla cottura, ovvero è resistente al calore e dunque il nostro organismo può assumerla anche da alimenti cotti.